Il Comune chiede la demolizione ma i condòmini si oppongono. La decisione del Tar sulla tettoia trasformata in terrazzo.
È di recente avvenimento un caso molto curioso che ha come protagonisti un condominio, il Tar di Firenze e una tettoia utilizzata come terrazzo. Una situazione singolare perché mentre la società autrice dell’abuso si proponeva di demolirla, alcuni condomini si sono opposti.
Vediamo meglio che cosa ha deciso il Tar al riguardo e le relative motivazioni.
Il caso
La sede del caso in questione è un edificio il cui piano terra è occupato da un istituto bancario. Sopra il piccolo cortile interno destinato alle macchine per il riscaldamento/raffreddamento degli uffici della banca, era presente una copertura in lamiera che aveva la funzione di riparare i macchinari da intemperie e sporcizia.
Agli inizi degli anni 2000 la società proprietaria dell’appartamento, in accordo con i residenti del condominio, aveva effettuato dei lavori di consolidamento della copertura rendendola praticabile, così da poterla pulire e manutenere nel migliore dei modi. Un’operazione che di fatto aveva portato alla costruzione di un terrazzo calpestabile per tutti i condòmini del secondo piano.
Trattandosi della costruzione di una tettoia vera e propria, secondo quanto determinato dal Tar della Campania nella sentenza 5628/2021, per portare a termine questo particolare tipo di operazione è necessario disporre dei dovuti permessi da parte del Comune.
Questo perché la costruzione di una tettoia non rientra gli interventi di manutenzione straordinaria in cui “possono essere comprese solo le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico sanitari e tecnologici”.
Tettoie tra 24 e 45 metri quadrati con un’altezza media di 2,90 metri sono quindi da considerarsi come nuove costruzioni e hanno bisogno del permesso per essere realizzate in quanto “implicano una apprezzabile trasformazione urbanistico edilizia, con creazione di nuove superfici utili ed incremento della volumetria esistente”.
Di conseguenza, in assenza dei dovuti permessi la tettoia sarà considerata abusiva e si dovrà rispondere dell’abuso edilizio, così come accaduto nel caso del condominio.
Il ricorso al Tar e la decisione dei giudici
Tornando al caso analizzato dal Tar di Firenze , secondo alcuni condomini l’abuso aveva recato danno alla banca, vista la significativa perdita di aria e di luce.
La società proprietaria dell’appartamento si era detta favorevole all’abbattimento della tettoia/terrazzo, pertanto si era già autodenunciata al Comune che nel frattempo aveva richiesto la demolizione della tettoia diventata terrazza.
La pensava però diversamente la proprietaria dell’appartamento che dava sul solaio abusivo, che, insieme ad altri condomini, ha richiesto la sanatoria dell’abuso. Secondo la condomina infatti, il solaio apparteneva al condominio, visto che poggiava sulle pareti interne perimetrali del cortile.
I giudici del Tar fiorentino si sono però limitati a certificare la legittimità del provvedimento di diniego impugnato. In questo caso infatti, essendo il provvedimento richiesto dallo stesso autore dell’abuso, la decisione comunale è stata valutata come legittima, confermando così l’abolizione della tettoia.